Nel senso comune la relazione di sinonimia tra i termini spazio e luogo cela la complessità di connessioni, non solo umane, che di quest’ultimo sono trama. C’è “luogo” laddove si delineano progetti di vita che pongono la reciprocità al centro. La potenzialità dei luoghi è anche, in un certo senso, il punto di snodo degli obiettivi dell’Agenda 2030: spazi da recuperare e riequilibrare, da vivere e far rivivere; da immaginare e ri-immaginare in una prospettiva di futuro equo e sostenibile e di giustizia sociale. Il pensiero va naturalmente anche ai luoghi cari poiché ci plasmano pur lasciandosi plasmare e sanno raccontare metafore di mondi possibili. Ogni spazio diventa “luogo” nel momento in cui mantiene e custodisce la memoria dei legami e dei valori che chi vi dimora ha contribuito a coltivare. Ogni singola realtà scolastica, è “luogo” per la sua comunità educante ed educativa. Ogni scuola, grande o piccola che sia, partecipa alla stesura storie che narrano e vogliono essere narrate; le imprime nei suoi spazi per garantire la certezza di ri-trovarle e continuarne il racconto laddove si è interrotto.
La scuola non è semplice spazio architettonicamente definito: è un luogo che sintonizza i suoi “abitanti” sulla frequenza spazio-temporale dell’empatia; orchestra e dirige la cura sistemica delle diade sé-altro; si rende spazio fisico nella costruzione del senso di comunità e ambiente strutturato che usa la conoscenza e i suoi contenuti come strumenti e non come fini.
È tuttavia una fisicità ben lontana dal concetto di spazio geometricamente inteso : è espressione dell’ambiente come “terzo educatore” (Malaguzzi,2010) in quanto fornisce stimoli e ispirazioni; attiva riflessione critica in situazioni di problem-solving; offre angoli di dialogo trasformativo; abitua ad orientarsi nei rapporti, vivendo norme e regole come necessarie e non imposte.
La scuola primaria “San Vittore ”, il primo settembre , è apparsa inaspettatamente un “nonluogo”: struttura monca della sua essenza di “terzo educatore” in seguito a indispensabili lavori di adeguamento sismico, attuati all’interno dell’edificio. L’iniziale disorientamento dei docenti non è sfociato in disappunto sterile, bensì ha dato avvio ad un’azione sistemica integrata, veicolata da una comunicazione capillare e rilassata, che ha indirizzato e sostenuto l’intervento di tutti gli stakeholders locali. La volontà di garantire l’accoglienza dovuta, e sicuramente attesa dai bambini, è stata la spinta motivazionale pulsante: docenti, dirigenza e figure di staff, rappresentanti e supervisori dell’amministrazione comunale nei ruoli di afferenza hanno tempestivamente accolto e attuato un iter d’intervento che garantirà ai bambini l’ inizio delle attività didattiche con tutti gli onori e riti propiziatori che sono parte del patrimonio inestimabile dell’identità del plesso.
Sono seguiti giorni impegnativi in cui gli spazi interni al plesso hanno accolto una sovrapposizione di ruoli e competenze. Eppure, chi dall’esterno si fosse fermato ad osservare, avrebbe ricevuto la sensazione di trovarsi al cospetto di un’ equipe eterogenea non casuale, ma di consolidata esperienza condivisa, proiettata con sicurezza verso il conseguimento di un obiettivo comune. Imbianchini, muratori, collaboratori, docenti, responsabili comunali e dell’IC in tre giorni sono riusciti, ognuno per il proprio ambito di competenza, persino ad illuminare con un sorriso il volto della collega Daniela Ferlin, collaboratrice del Dirigente Scolastico, che in uno dei suoi sopralluoghi, ha esultato: “Ma è tutta un’altra cosa rispetto all’altro giorno!”.
San Vittore ora ha una nuova veste antisismica, si è aggiornata nel suo profilo di “motore di cambiamento” locale, e non solo, e si è proposta l’obiettivo diventare un “capitale” umano, culturale e relazionale per il quartiere. L’importanza delle nuove generazioni per Voghera si è letta a caratteri cubitali nella sensibilità dell’architetto Zuffi , nell’attenzione della dottoressa Comi della P.I. e degli assessori Giovanetti e Gabba, della competente precisione del professor Maurizio Poggi, RSPP dell’IC via Dante, e della lungimirante mediazione della collega Ferlin.
La Dirigenza, nella persona della Dottoressa M.Lopez, in reggenza presso l’IC via Dante, e il DSGA, Tina Lorusso, hanno gestito egregiamente la situazione problematica con il personale a disposizione.
Una nota di orgoglioso compiacimento per la coesione del gruppo dei docenti di San Vittore che ha saputo non solo “guardare oltre” il contingente, ma si è adoperato per riappropriarsi del proprio “luogo” con la serenità di chi dell’impegno a cooperare ha fatto prassi. Angela, la referente di plesso, Vittoria, la referente per la sicurezza, Elena, Laura, Michela, Marco, Stefania ed Anna, con una sincronizzazione d’intenti da manuale, hanno impegnato le energie, le effervescenti idee e la collaudata comunicazione positiva che è la leva strategica del benessere del plesso. Non sono mancate battute o break con brioches, spuntate miracolosamente dalla borse della Mary Poppins di turno, divise a metà per improvvisi cali di zuccheri. La sistemazione del materiale ha dato modo di riscoprire eventi documentati del passato della scuola e si è deciso di ricapitalizzare tutto per creare un angolo che narri la storia di un percorso culturale, sociale e formativo che, di generazione in generazione, dalla nascita di San Vittore è giunto fino ad oggi . Una settimana intensa per un “luogo” di insostituibile importanza per alunni, docenti e genitori. “Non soli”: la sensazione che ha accompagnato il team del plesso finalmente alle prese con l’accoglienza che ha tutte le sfumature di una festa importante . Festoni multicolori, iniziano a civettare dai soffitti, mentre i lavori sono in dirittura d’arrivo. Anche i collaboratori Marco e Claudia hanno rivelato una insospettata natura multitasking e si sono adoperati per il restyling anche delle stanze dove gli arredi sembrano piacevolmente compiaciuti della nuova collocazione.Terzo educatore recuperato, orari pronti, programmazione in progress, un vezzo verde all’ingresso per eccesso di perfezione e…bambini, ora mancate solo voi!!
Anna Gravino